Il Fediverso: un ecosistema sociale decentralizzato

Di Paola   |  

Novembre 28, 2023   |  

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Il Fediverso: un ecosistema sociale decentralizzato

Il mondo dei social media ha subito una trasformazione epocale con l’avvento del “Fediverso”, un concetto che rappresenta una nuova era di decentralizzazione e autonomia digitale. Questo termine nasce dalla fusione di “Federated” (federato) e “Universe” (universo), indicando un vasto e interconnesso universo di piattaforme social basate su protocolli aperti. Parliamo di intere reti che operano tra loro consentendo agli utenti di comunicare e condividere contenuti in un ambiente redistribuito.

Logo Fediverso

Come funziona il Fediverso?

A differenza dei tradizionali social network, per contro definiti centralizzati, come quelli di  Meta o X, con un unico proprietario che di fatto li controlla integralmente, quelli annoverati nel Fediverso sono autonomi e gestiti privatamente su più server che ospitano le cosiddette “istanze”. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la rete può creare una propria istanza, dettare le proprie regole e scegliere gli argomenti della stessa. Se si dovesse spiegare in maniera semplificata il suo funzionamento è simile a quello degli indirizzi di posta elettronica. Tutti coloro che hanno una connessione ad internet possono creare il proprio indirizzo e-mail e contattare altri utenti, dunque connettersi con altri server (concetto estremamente semplificato ma è quello più diffuso). Anche  i contenuti pubblicati dagli iscritti non sono processati da alcun algoritmo: in tal senso vige la regola base dell’indicizzazione cronologica degli stessi.

Opposizione ai giganti dei social?

È chiaro che non parliamo di un antagonismo nei confronti del Metaverso in senso stretto. A caratterizzare quest’ultimo, infatti, è la creazione di una realtà totalmente immersiva che spinge le persone quasi ad isolarsi dal mondo reale e gli interessi economici sono abnormi, viceversa nel Fediverso ci si può imbattere in qualche banner occasionale ma tutto il resto è fatto di donazioni da parte degli utenti, dunque un modello di business non esattamente sostenibile nel suo insieme.

L’elemento chiave di quest’ultimo, come detto sopra, sono i protocolli aperti che permettono alle diverse piattaforme di comunicare e condividere i dati in modo che siano totalmente compatibili fra i diversi client. I più noti nel mondo federato, includono ActivityPub, Diaspora, e Ostatus.

 Vediamoli meglio:

  • ActivityPub: È un protocollo di comunicazione basato su ActivityStreams, che consente la distribuzione di contenuti tra diverse piattaforme. Utilizzato, per esempio, da Mastodon, Pleroma e PeerTube.
  • Diaspora: Si tratta di un social network  che utilizza il protocollo omonimo. Gli utenti di Diaspora possono connettersi non solo tra loro, ma anche con utenti di altre piattaforme compatibili.
  • OStatus: È uno standard aperto che consente l’interoperabilità tra diverse piattaforme sociali ed è supportato per esempio da GNU social e Friendica.

Server

Ma perchè si è reso necessario un sistema parallelo?

La sfida principale che affligge gli attuali social network è la loro crescente tendenza a diventare chiusi e autoreferenziali. In altre parole, queste piattaforme spesso impongono restrizioni sull’accesso ai contenuti, rendendo difficile per chi non è registrato partecipare attivamente o persino visualizzare una parte considerevole del materiale condiviso.

Un esempio lampante di ciò è evidente su piattaforme come X o YouTube, dove per compiere azioni comuni, come mettere “Mi piace” a un post o lasciare un commento su un video, è obbligatorio possedere un account registrato. Il problema si acuisce quando ci si riferisce ai social di Meta dove, senza registrazione, l’accesso ai contenuti è spesso totalmente negato.

Un secondo grande problema è dato dal fatto che i social non producono autonomamente gli stessi. Sono gli utenti infatti a creare e condividere i materiali all’interno delle stesse piattaforme, da cui traggono profitto le enormi e potenti società che le gestiscono. Queste aziende, purtroppo, sempre più spesso dimostrano un atteggiamento discutibile nei confronti della privacy degli iscritti, accumulando ingenti quantità di dati personali. Tutto ciò ha causato diversi scandali in passato e potrebbe portare a ulteriori problemi nel futuro, a meno che non avvengano cambiamenti sostanziali: a tal proposito è sufficiente ricordare l’ultima multa multimilionaria che il garante della privacy ha gentilmente recapitato negli uffici di Zuckerberg.

Un’altra preoccupazione radicata nel modo in cui sono strutturate attualmente le cose è la mancanza di controllo da parte degli utenti sulle piattaforme stesse, che fondamentalmente stanno plasmando il panorama delle comunicazioni digitali. Immaginiamo una situazione in cui un enorme social, che ha un’influenza significativa nella politica globale, venga acquisito da un individuo con opinioni altamente polarizzate (Musk potrebbe essere un esempio quasi perfetto). In questo caso, gli utenti non avrebbero altra opzione se non adeguarsi alle nuove direttive o cercare un’alternativa su una piattaforma gestita da proprietari più sensibili alle preoccupazioni dei loro utenti. Scenario realmente verificatosi con l’esodo da Twitter (ancora si chiamava così) verso Mastodon allorquando gli utenti accusarono Musk di favorire la diffusione di messaggi d’odio.

Concettualmente pertanto il mondo federato è altamente gradito alle persone che vogliono garanzie di tutela della loro privacy, libertà di espressione e sfuggire alla snervante logica degli odiosi algoritmi tanto cari al resto del mondo virtuale.

Quali sono i social del Fediverso?

Tra i social federati degni di nota ricordiamo i seguenti:

  • Mastodon è la piattaforma social più estesa e popolare all’interno del Fediverso, che raccoglie circa la metà degli utenti attivi. Parliamo di microblogging ed è un competitor diretto di X (ex Twitter)
  • Misskey e Pleroma sempre ambito microblogging, attraggono utenti grazie alla loro atmosfera accogliente e all’interfaccia intuitiva. Misskey è nato in Giappone, guadagnando grande popolarità tra gli appassionati di anime e tutto ciò che gravita intorno a quel mondo.
  • PixelFed è dedicata alla condivisione di immagini. Possiamo considerarla una versione del Fediverso di Instagram, incentrata sulla condivisione di foto.
  • PeerTube, invece, è un servizio di streaming video che potremmo definire concorrente di YouTube. Tuttavia, va notato che la produzione di contenuti video è un processo costoso, il che rende il paragone parzialmente calzante.
  • Funkwhale, d’altro canto, offre un servizio di streaming audio. Potrebbe essere paragonato a una versione locale di piattaforme come Soundcloud o Spotify, con le stesse considerazioni valide per PeerTube.
  • Lemmy e Kbin sono piattaforme social focalizzate sulla raccolta e discussione di collegamenti in forum. Nonostante l’apparenza complessa, sono essenzialmente versioni federate di Reddit.”

Un servizio rilevante che attualmente supporta il protocollo ActivityPub è il sistema di gestione dei contenuti WordPress. In passato, uno sviluppatore indipendente ha creato un plug-in  per garantire la sua compatibilità con questo protocollo.

Social Network

Automattic e il Fediverso

Recentemente, Automattic, la società proprietaria sia di WordPress che di Tumblr, ha acquisito il plug-in e ha assunto il suo sviluppatore. Nel frattempo, alla fine dell’anno scorso,anche Tumblr ha  annunciato il suo futuro supporto per ActivityPub. Automattic crede fortemente nel potenziale del Fediverso. Lo stesso vale  anche per Mozilla, Medium e Flipboard che stanno dimostrando un notevole interesse per questo ecosistema decentralizzato.

Tuttavia, il colpo di scena  più inatteso è stato l’annuncio di Meta che vorrebbe aggiungere il supporto per ActivityPub su Threads. Anche se non sono state specificate date o modalità precise, questa integrazione potrebbe portare diverse centinaia di milioni di utenti da Threads/Instagram nel mondo del Fediverso, che al momento conta solo alcuni milioni di utenti. Le implicazioni di questa improvvisa popolarità sono complesse. Gli utenti di lunga data del Fediverso si sono detti preoccupati  per l’eventuale afflusso di massa e per l’impatto che questi nuovi utenti, abituati all’ambiente dei “grandi” social network, potrebbero avere sulle diverse istanze che ospitano delle community selezionate e coltivate negli anni.

Concludendo

Quale sarà la reazione del Fediverso dinnanzi a questi cambiamenti repentini e a questo improvviso interesse delle “big society” non lo sappiamo, ciò che  sappiamo è che questo universo, ancora ignoto, per certi versi, non andrebbe assolutamente trascurato e anzi, sarebbe opportuno seguire da vicino gli sviluppi futuri perché potrebbero essere davvero interessanti.

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Vuoi più informazioni sul Fediverso? Puoi cominciare dalla fonte più famosa!
Wikipedia – Fediverso


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