Ci siamo lasciati la volta scorsa con un articolo introduttivo su come il marketing sia cambiato, si sia umanizzato grazie all’avvento dei video. Se te lo sei perso corri subito a recuperarlo, ti lascio il link.
Ma quindi cosa serve per costruire un personal brand e diventare influencer?
Prima di proseguire ci corre l’obbligo di sottolineare che non è semplice. I blog di successo che oggi conosciamo e le loro fondatrici che attualmente sono diventate icone nel loro settore hanno avuto la fortuna o l’intuizione di partire quando ancora di influencer non si parlava, non era una professione ma era solo un modo per condividere una passione su YouTube.
Parliamo di personalità come:
- Chiara Ferragni, fondatrice di The blond salad;
- Clio Zammatteo, fondatrice di Clio make up;
- Chiara Maci, fondatrice di sorelle in pentola;
- Sonia Peronaci, fondatrice di Giallo Zafferano.
Allora YouTube era agli albori, i blog erano una novità, non tutti possedevano un PC o internet e il web non era una risorsa indispensabile come oggi.
E quindi chi non ha avuto la stessa intuizione – o è nato dopo – cosa fa?
Costruire un personal brand nel 2023
State tranquilli! La premessa era doverosa per dirvi che nel 2023 le influencer che abbiamo citato prima non sono il modello giusto a cui ispirarsi e non perché non abbiano una storia imprenditoriale e di successo importante ma perché a quei livelli si arriva con il tempo, non ci arrivano tutti e le aziende hanno esigenze e budget diversi, pertanto attualmente sono molto più focalizzate sulla ricerca di nano e micro influencer (per darvi un’idea, parliamo di un range da minimo 1000 followers a massimo 20k).
Proprio in virtù di questo bisogna saper creare il proprio brand, una strategia che abbia come obiettivo quello di posizionarsi in un settore specifico e diventare un riferimento. Certo la sfida si presenterà più ostica ma le nicchie sono quelle che fidelizzano maggiormente le community e che, allo stato attuale, per engagement esercitano un certo appeal sulle aziende alla ricerca di influencer per sponsorizzare i loro prodotti.
La forza delle persone comuni
Altro fattore da non sottovalutare è quello che, se vi piace, chiameremo “normal people”.
Vi faccio una domanda: Se una top influencer come Chiara Ferragni pubblicizzasse un prodotto di cucina sarebbe più o meno credibile, secondo voi, rispetto alla persona comune che magari vi fa vedere anche come si prepara? La risposta la conosciamo già!
Tutto ciò serve a farvi capire due concetti fondamentali:
- Se si decide di abbracciare una nicchia non pubblicizzate mai prodotti che non abbiano
pertinenza con la stessa altrimenti perdereste in credibilità e autorevolezza. Chiara
Ferragni può farlo, noi no! - I micro target sono una risorsa di marketing preziosa sia per fare personal branding che per
le aziende. Se si costruisce una buona reputazione del proprio marchio/nome le persone si
fideranno dei vostri consigli e di conseguenza anche il ritorno di lead/conversioni/vendite
sarà maggiore per le aziende.
Dunque non pensate erroneamente di dover avere per forza almeno 10k followers per iniziare. Pensatevi brand fin da subito e buttatevi nei social con progettualità. Ma, soprattutto, siate coerenti!
Non usate scorciatoie o sotterfugi, non funzionano più.
Se riuscirete a trovare il vostro target e riuscirete a diventare unici per le persone che vi seguono i risultati, alla lunga, pagano sempre.
Vi ho convinti?
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