Personal branding: come organizzarsi (prima) e misurarlo (poi)?

Di ThePing   |  

Ottobre 10, 2016   |  

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Personal branding: come organizzarsi (prima) e misurarlo (poi)?

Personal branding: come organizzarsi – prima – e misurarlo – poi?

Fare personal branding significa definire le caratteristiche che distinguono noi (o la nostra azienda) dagli altri. E magari trasformarle in un vantaggio sui concorrenti.

Anche l'abbigliamento fa parte del personal branding

Valutare il proprio personal brand come se fosse business

Il primo passo da fare (come sempre, del resto…) è l’analisi: delle caratteristiche che sentiamo nostre, di quello che gli altri dicono di noi, dei nostri punti di forza e tutti gli aspetti su cui invece dovremmo lavorare.
Esistono strumenti che possono aiutarci a definire i nostri obiettivi e darci una visione più consapevole delle nostre potenzialità.

Personal Branding Canvas, ovvero definire il proprio posizionamento

Come per i progetti aziendali, anche l’analisi del proprio “posizionamento personale” ha un modello specifico, simile al Business Model Canvas. Si tratta del Personal Branding Canvas (http://personalbrandingcanvas.com/it/), grazie al quale possiamo, piuttosto semplicemente, definire qual è il nostro ruolo professionale, il nostro mercato di riferimento, i clienti che abbiamo e quelli che vorremmo avere.

Tranquilli, non è tutta teoria! Compilando i blocchi del canvas ci accorgeremo che per allinearci ai nostri obiettivi dobbiamo innanzitutto agire e prendere decisioni molto concrete. Il Personal Branding Canvas sarà uno strumento molto utile anche a distanza di tempo, quando dovremo verificare il progresso delle attività che ci eravamo prefissati.

Mettere in pratica il proprio piano di personal branding

L’ideale è partire indagando come comunicano le altre persone, magari dividendole in 2 gruppi:

  1. gli influencer “di informazione e ispirazione”, ovvero tutte le persone che influenzano il tuo modo di vedere il mondo e da cui trai sempre nuove idee;
  2. gli influencer del proprio settore, le persone che vorremmo conoscere.

Poi arriva il momento di affilare le armi (nel nostro caso, i profili social).
Dovremo aggiornare (o creare da 0) tutti i nostri profili social. Sia testi che fotografie! Naturalmente poi pubblicheremo con regolarità post interessanti e rilevanti per il personal brand che abbiamo definito nel nostro canvas. Senza trascurare l’interazione con i post degli altri utenti (magari quelli che avevamo individuato tra gli influencer interessanti).

Ma come si misura il personal branding?

Riassumere tutto il valore di un brand (personale, ma anche aziendale) in un numero non è impresa da poco. Ma senza misurazione non si è possibile il miglioramento, per cui ricorriamo ad alcuni strumenti online, sia gratuiti che a pagamento. Tutti si basano sul calcolo dei post pubblicati su ciascun profilo, le reazioni che questi post ottengono, il numero di follower.

Un esempio (gratuito) è Klout, che ci aiuterà a scoprire contenuti in linea con il nostro personal brand (o più semplicemente, con i temi che ci sono vicini) e valuterà il nostro impegno come influencer dandogli un voto da 0 a 100.
LinkedIn ha invece già al suo interno un sistema di valutazione, il Social Selling Index (SSI), grazie al quale potremo verificare le nostre attività, dalla capacità di definire il nostro brand personale a quella di costruire una rete professionale ricca di opportunità da cogliere.

 


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