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    Identità aziendale coerente: chi sei e come appari?

    Di Paola   |  

    Agosto 19, 2020   |  

    Orange Blog   |  

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    Identità aziendale coerente: chi sei e come appari?

    Una situazione più frequente di quanto si pensi è quella in cui un’azienda nasce con un’ottima idea alla base e con grande entusiasmo, mette tutto in pratica e sembra andare tutto come previsto ma poi, per qualche motivo, incontra difficoltà e continui inciampi, a volte trovandosi costretta a cambiare del tutto direzione e snaturarsi o perfino interrompere la sua attività. Si sentono allora frasi come “non capisco dove sbaglio”, “per qualche motivo non è andata bene” o una, più – implicitamente – rivelatoria: “il progetto non è stato capito”.

    Tutte queste perplessità derivano da una problematica di fondo comune e molto, molto vasta: la comunicazione è stata trascurata, approssimata o rimandata. Esistono molti contesti nei quali lavorano grandi professionisti, formati e competenti, che sfornano ottime idee, prodotti, servizi, qualcosa di altamente concorrenziale o addirittura di non presente sul mercato. Niente di tutto questo sarà sufficiente se poi non si curerà con attenzione il modo in cui tutto questo viene comunicato.

    La comunicazione esterna ha un ruolo del quale è facile intuire l’importanza: il “mercato” nel quale le aziende si muovono è il luogo di incontro della domanda e dell’offerta e l’onere del far nascere l’interesse in questo incontro è di chi mette in gioco la propria azienda e il proprio modello di business. Nel tempo sono cambiate le forme così come sono cambiati i media, ma la finalità è sempre la stessa: far capire (meglio ancora: far sentire) al potenziale cliente che quella è per lui l’occasione di risolvere un suo problema, di soddisfare un suo bisogno. L’obiettivo è far sentire il consumatore stesso parte del progetto, ma questo non accadrà finché l’azienda non si racconterà efficacemente e non sarà riconoscibile e distinguibile dalle altre. Questi fattori, che trovano la loro sintesi nel tema del brand design, rendono il prodotto o il servizio qualcosa di più di un prodotto e di un servizio, li rendono parte della vita di chi ha deciso di fruirne.

    Appare chiaro, però, che non può esserci comunicazione verso l’esterno se prima non si è ben concretizzata la comunicazione interna: fin dalle fasi preliminari e a proseguire nelle fasi di lavoro a pieno regime, l’azienda è la prima che ha la necessità di capire la propria identità. A volte è un processo di miglior definizione delle idee, altre volte è una sottrazione di concetti superflui emersi durante la gestazione fino ad arrivare all’idea centrale e “pulita” che sta alla base del progetto. Quell’idea è la bussola dell’intera organizzazione, definisce sia una “vision” a lungo termine sia una “mission” da realizzare passo dopo passo ed è il pilastro che sostiene tutto il resto, è il binario del treno che è l’azienda e che le impedisce di sbandare, quando la si conosce non si prendono abbagli e non ci si lascia distrarre da idee sopravvenute che non hanno un fondamento. Non è importante solo per il dirigente, lo è anche per i dipendenti: un dipendente che non sa a che cosa è finalizzato il suo sforzo non lavora come qualcuno che si sente parte del progetto.

    Il raggiungimento del successo di un’idea richiede quindi un metodo fondato su due linee principali: una comunicazione interna che permetta alle anime dell’azienda di lavorare come un tutt’uno e una comunicazione esterna che coinvolga il cliente nel suo ruolo di utilizzatore finale di quell’idea. Una forte identità aziendale emersa da questo processo creativo risulterà coerente e univoca, qualcosa di riconoscibile e, quindi, qualcosa di unico che lascia il segno.

     


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